Viaggiare e muoversi grazie allo smartphone. Risparmiando tempo e denaro. In un contesto sempre più globale, il concetto di spostamento da un luogo ad un altro, si evolve in “aspettativa di mobilità”: un crescente numero di persone considera di primaria importanza avere la possibilità di coprire distanze sempre più ampie in tempi e costi ragionevoli.

Inizia così la parabola discendente di un’idea di libertà e indipendenza legate al possesso dell’automobile, soppiantata nel ruolo di status symbol nella testa degli adolescenti proprio dai nuovi dispositivi mobili.

La rivoluzione è in corso, silenziosa, dirompente, preannunciata da Jeremy Rifkin, primo ad aver intuito l’imminente cambio di paradigma: da individualistico a partecipativo.

DAL CAPITALISMO ALLA SHARING ECONOMY

L’Internet of Things sta progressivamente ‘switchando’ le abitudini della nostra società, ormai sempre più incline ad interpretare il concetto di economia su scala orizzontale piuttosto che verticale.

 Fonte: http://www.copenhagenize.com/

Fonte: http://www.copenhagenize.com/

E lo strumento di conversione lo abbiamo già in mano, ogni giorno. Con esso esercitiamo questo cambiamento, condividendo informazioni in tempo reale da opposte parti del mondo.

In tema di mobilità, nuovi scenari come forze silenziose si fanno largo, spazzando via il concetto di spostamento incentrato sul possesso, promuovendo – piuttosto – un’offerta di mobilità legata all’accesso: persone, non automobili.

Riflettendoci su, è facile rendersi conto di come il Web sia dapprima entrato attraverso i navigatori satellitari all’interno dei nostri mezzi di trasporto, conquistandoli successivamente per racchiuderli definitivamente all’interno del nostro smartphone sotto forma di App che ci guidano ovunque.

ALLE SPALLE IL ‘CAR-CENTURY’

Lo scorso 29 giugno il Sole 24 Ore ha pubblicato un interessante studio sulla mobilità europea (http://www.infodata.ilsole24ore.com/2016/06/29/come-si-viaggia-in-europa-italia-in-vetta-per-utilizzo-di-mezzi-privati/).Ne vien fuori un quadro nel quale l’Italia esercita il ruolo di fanalino di coda rispetto ai competitor europei, già entrati in un’ottica di mobilità 2.0.

In pratica, buona parte degli italiani non riesce ad allargare la visione e percepire i propri spostamenti come un servizio. Recarsi da qualche parte, viene ancora considerata un’azione da compiere in prima persona, sobbarcandosi – tra l’altro – quei costi potenzialmente da ‘girare’ a qualcun altro.

In questo articolo “esperienza” cercherò di motivare le convenienze dirette ed indirette di una mobilità intermodale rispetto a quella cui siamo tradizionalmente abituati, partendo da uno dei tanti studi (http://www.facile.it/assicurazioni/news/auto-agli-italiani-costa-3200-euro-l-anno.html) che stimano in 3.000/3.500 Euro annui, l’esborso medio sostenuto in Italia per mantenere l’automobile: RC, bollo, carburante, costi di usura e manutenzione. Senza considerare le uscite necessarie per il parcheggio e/o l’eventuale garage-posto auto.

A questi costi ‘diretti’, inevitabilmente, se ne aggiungono altri ‘indiretti’ riconducibili al tempo perso nel traffico, all’inquinamento generato e alla sedentarietà, con grande impatto sulla salute pubblica e sul consumo – non trascurabile – di suolo pubblico (altrimenti destinabile ad altre attività).

Un rapido calcolo: ogni automobile occupa mediamente 12 mq e necessita di altrettanti mq per gli spazi di manovra. In pratica, per ogni auto privata – anche elettrica! – in circolazione, servono 24 mq di spazio in-ogni-luogo-in-cui-si-reca-e-sosta: casa, lavoro, supermercato, scuola o attività sportiva dei figli, palestra, etc.

Moltiplicando questi valori per gli spostamenti di ciascuno, è facile rendersi conto di quanto il sistema sia arrivato al collasso. Il paradosso di assistere ad un autobus su cui viaggiano 100 persone, bloccato da 100 automobili ciascuna delle quali con un occupante, amplifica l’assurdità di un parco auto circolante che – in buona parte – potrebbe tranquillamente essere eliminato grazie a strumenti innovativi, efficienti e funzionali.

Strumenti tascabili meglio conosciuti con il nome di smartphones.

LA PAROLA CHIAVE: INTERMODALITÀ

Perché incaponirsi su un unico mezzo di trasporto quando se ne possono avere svariati a disposizione? In pratica, è possibile di volta in volta individuare il mezzo di trasporto più veloce ed efficiente per muoversi da un punto A ad uno B: metropolitana, autobus, tram, treno metropolitano, taxi e via discorrendo, sfruttando le innovative soluzioni a disposizione in città (car-bike-scooter sharing o car pooling).

Tutti i servizi sono disponibili attraverso applicazioni che sfruttano la geolocalizzazione e consigliano gli spostamenti considerando traffico e rallentamenti, scioperi, lavori in corso e via discorrendo.

Cosa occorre? Un accesso al web, un abbonamento al servizio pubblico ed una carta di credito per muoversi agevolmente recuperando tutto quel tempo prezioso normalmente impiegato alla guida nel traffico, tramutandolo in opportunità per se stessi o per le proprie attività professionali.

Ed ampliando ulteriormente il discorso, non è complicato intuire come in un orizzonte sempre più ‘globale’ risulti assolutamente riduttivo considerare l’automobile come mezzo di trasporto ‘principale’ (o unico, addirittura), per il quale è necessario oltretutto sostenere un esborso economico decisamente alto. Per spostarsi da Roma centro a Milano centro, ad esempio, oggi come oggi, è possibile prenotare e pagare treno o aereo dal nostro telefonino; una volta giunti a destinazione, riservare un taxi o scegliere il trasporto pubblico, optare per il car sharing, il bike sharing e farci guidare dal gps. Niente benzina, pedaggi autostradali, ticket parcheggio e – badate bene – eventuali contravvenzioni.

IL CASO CONCRETO

Per il mese di luglio, ho deciso di prendere in affitto una casa in località di mare, vicino Roma, dove lavoro e vivo. Nelle nuove vesti di pendolare 5 giorni a settimana, mi si prospettavano due opportunità: trasporto privato motorizzato e intermodalità, nel mio caso treno e bicicletta pieghevole (viaggia gratuitamente!) che utilizzo abitualmente anche in città.

Su 21 giorni lavorativi il calcolo è molto facile.

Trasporto privato motorizzato (automobile):

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Circa 159 euro su strada extraurbana, poco meno di 220 utilizzando l’autostrada. I dati riportati nell’immagine tratti dal sito Michelin, non tengono – ovviamente – conto dei tempi dilatati dovuti al traffico e alla ricerca parcheggio, né – tantomeno – degli eventuali costi del ticket per la sosta.

Intermodalità (treno più bicicletta pieghevole):

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Il biglietto dal costo mensile di 59,50 euro, vale anche il sabato e la domenica, consente di utilizzare tutta la rete dei trasporti pubblici cittadini.

I tempi di percorrenza si aggirano intorno all’ora e un quarto.

NUOVE FIGURE PROFESSIONALI NELLA PA

Chiunque ha l’opportunità di sfruttare le potenzialità del web. C’è chi ha deciso di risparmiare tempo e denaro e chi, invece, ha costruito grazie ad esse una carriera, mettendole a disposizione della collettività. È il caso del Mobility Manager, figura professionale sempre più strategica all’interno della Pubblica Amministrazione (o di una piccola, media o grande azienda) con un ruolo chiave: organizzare nel migliore dei modi gli spostamenti quotidiani dei colleghi, stringendo accordi-convenzioni e capitalizzando i servizi messi oggi a disposizione dagli operatori di mercato fornitori di mobilità.

Si pensi al caso di Roma in particolare, città italiana che vanta la più alta presenza di strutture della Pubblica Amministrazione e – dunque – il più elevato numero di impiegati tra Istituzioni nazionali e cittadine, ministeri, ambasciate, scuole e compagnia cantando.

Si intuisce facilmente come dall’abilità del Mobility Manager dipendano non solo i tempi di spostamento dei suoi colleghi, ma anche le sorti della collettività in cui l’ente (pubblico o privato che sia) ha la sua sede. Per avere un’adeguata idea, basta semplicemente riflettere sull’impatto a livello urbano di una migliore organizzazione nel tragitto casa-lavoro dei dipendenti di un ministero qualsiasi…

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Lorenzo Carella, urban-anthropoligist-biker, appassionato di mobilità e tecnologia, ‘artista della notizia’ a disposizione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.

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