Si può usare Snapchat, il più frivolo dei nuovi media del panorama social, per comunicare un tema tanto delicato come la salute? E a cosa serve l’app del fantasmino quando si parla di prevenzione e stili di vita sani? “Lo usiamo per raggiungere i giovani con messaggi specifici”. La risposta è di Gabriele Palamara (@palagab), social media manager dell’Ats di Bergamo (l’acronimo sta per Agenzia di Tutela della Salute, un ente diverso da un normale ospedale che si occupa più di prevenzione) che da gennaio scorso ha fatto partire, in via del tutto sperimentale, un canale Snapchat dove far circolare le notizie in modo semplice e leggero per raggiungere un’ulteriore fetta di pubblico che attraverso altri social è più difficile, non tanto da raggiungere ma da interessare. Gli snap fanno infatti parte di una strategia social che vede l’azienda presente anche su Facebook, Twitter, Youtube, Instagram e Telegram. Gabriele Palamara, social media manaC-hXqa8WAAUWZZwger di Ast Bergamo, giornalista e laureato in Comunicazione dal 2006 lavora nell’Azienda e dal 2009 nel settore Urp, comunicazione istituzionale e stampa, un ufficio composto da tre persone che curano tre processi “social e portale web , i rapporti con la stampa e gli organi d’informazione, grafica e identità visiva dell’Agenzia. Tutti insieme ci occupiamo di integrare i prodotti di comunicazione tradizionale con i nuovi media”.

Partiamo dall’ultimo arrivato tra i vostri canali: Snapchat. Perché questa scelta?

Lo stiamo utilizzando per promuovere eventi e campagne di prevenzione. Il profilo su Snapchat è ancora in fase sperimentale e nasce per riuscire a raggiungere i giovani e informarli su temi particolarmente importanti per la loro età: ad esempio campagne contro l’abuso di alcol o in favore di stili di vita più sani. In parte ci colleghiamo a iniziative nazionali, in parte lanciamo eventi che si svolgono sul nostro territorio di riferimento.

Che taglio utilizzate per i contenuti, considerato che su Snapchat sono soprattutto gli effetti divertenti ad attrarre i giovanissimi?

Il taglio è quello proprio di Snapchat: abbastanza nuovo e diverso, altrimenti non potremmo arrivare al pubblico che ci interessa. Per utilizzarlo è necessario riuscire a superare la difficoltà iniziale di compiere lo switch da un social tradizionale al ‘fantsmino’ :dove ci sono delle regole da rispettare come durata temporale e modalità dei contenuti in cui devi ‘entrare’ ma, una volta dentro le logiche di Snapchat, si tratta solo di adeguare il linguaggio al tuo pubblico senza perdere di vista chi sei. Logicamente quando devi sensibilizzare su temi come alcol e fumo non devi essere troppo ‘pesante’ ma nemmeno puoi essere troppo ludico perché se guidi dopo aver bevuto rischi di ammazzarti. E il messaggio del pericolo deve passare. La nostra strategia è puntare molto sulle interviste da pari a pari.

Quale riscontro avete finora?

La ricadute in termini di followers sono buone: ci seguono 200 ragazzi che rappresentano un buon numero soprattutto considerando che non abbiamo mai pubblicizzato il canale e lo portiamo avanti in modo sperimentale come integrazione ai social più consolidati. Grande riscontro abbiamo avuto sul percorso allattamento dove abbiamo creato storie con brevi clip divulgative fatte di interviste alle mamme che ne spiegavano i vantaggi. Va detto che su questo tema, su tutti i social, abbiamo avuto tantissimi feedback. In generale la crescita numerica delle piattaforme social sta facendo da traino anche al sito web aziendale: basta pensare che da gennaio 2016 a gennaio 2017 gli utenti unici mensili si sono quasi triplicati, passando da 300mila a 800mila.

Come siete sbarcati sui social?

Ho cominciato spontaneamente: il mezzo a disposizione era il mio smartphone e i byte arrivavano dal mio contratto… Purtroppo inizialmente c’era un certo scetticismo nei confronti di questi canali di comunicazione ma con il tempo la mentalità è cambiata e sta cambiando: adesso non puoi mancare a fare una diretta Facebook! Ormai i social sono considerati degli strumenti necessari per una buona comunicazione, tanto che presto partiranno dei corsi interni sull’uso dei nuovi media per dirigenti, medici e cittadini con l’obiettivo di fare sempre più rete.bergamo

Quale è stato il timing del lavoro sulle piattaforme di nuova comunicazione?

L’esordio è stato su Twitter che era il mio pallino. Poi ho preso in mano una pagina Facebook che esisteva ma che non era mai stata utilizzata. Visti i buoni risultati abbiamo deciso di allargare ulteriormente i canali social pur sempre con i piedi di piombo: così abbiamo scritto un piano editoriale e un codice etico da rispettare all’interno dell’azienda. E via via sono arrivati Instagram, Youtube, Telegram, Snapchat e l’implementazione dell’uso dei diversi canali in base agli sviluppi del singolo social: dai video alle dirette. Tutti i canali sono aperti alle interazioni con i cittadini senza paura delle critiche ma con l’obiettivo di rispondere a tutti i quesiti che vengono posti. Un lavoro che oltretutto ha fatto crollare la quantità di telefonate al numero verde dell’Azienda.

Come differenziate la comunicazione sui vari canali?

Su Twitter per forza di cose diamo info flash, su Snapchat mi sbizzarisco di più, pensando ai ragazzi, Instagram è il canale delle immagini e dunque anche con gli hashtag cerco di tenere un tono leggero, mentre la comunicazione su Facebook è a 360 gradi: lavoro molto su video e immagini e cerco di portare chi ci segue ad approfondire attraverso il sito web. Infine il canale Telegram è utilizzato per promuovere gli eventi e inviare memo, anche con una semplice foto, e sto studiando la realizzazione di un bot. In generale sui social la filosofia è quella di condividere: non parliamo solo di Ats Bergamo ma rilanciamo anche contenuti di altri se parlano dei temi a noi cari come sicurezza sul lavoro, prevenzione o stili di vita sani.

Altre idee di sviluppo della comunicazione social?bergamo2

Stiamo lavorando a una collaborazione con un’associazione locale: PolarTv. Sono un gruppo di ragazzi che producono video amatoriali, con loro stiamo costruendo un percorso dedicato alla sicurezza sul lavoro che utilizzeremo sui social. Collaborare con le realtà del territorio è uno dei nostri obiettivi: lo abbiamo già fatto in passato e lo facciamo con i gruppi di cammino. Si tratta di gruppi, composti principalmente di anziani, diffusi in tutta la provincia di Bergamo che si ritrovano per fare attività fisica attraverso le camminate. Con un canalel tradizionale come il giornalino diffuso sul territorio, li abbiamo avviati a una formazione all’uso dei social ed oggi si scambiano informazioni da una zona all’altra attraverso una pagina Facebook dedicata e fanno dirette live mentre camminano: incentivando sempre più gli appuntamenti e la socializzazione. Un modo per incentivare corretti stili di vita e una sana attività che fa bene a loro ma anche all’Azienda. A costo zero e con grandi vantaggi per tutti.

 

 

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Giornalista under 40 convinto che 140 caratteri possano bastare (e avanzare) per migliorare la comunicazione...

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