Rendere la lirica e il teatro a portata dei social. E’ questo il lavoro che porta avanti la Fondazione Petruzzelli attraverso le nuove piattaforme di comunicazione e attraverso un racconto non convenzionale delle opere: il ‘dietro le quinte’ che, come racconta Maria Cafagna, referente della comunicazione digitale e social media manager della Fondazione, sta avvicinando sempre di più i baresi al loro teatro.
Quale ruolo ricopri all’interno della Fondazione Petruzzelli e qual è la tua storia professionale?
Mi occupo dei canali social della Fondazione Petruzzelli. Da qualche anno cerco di coniugare la mia passione per lo spettacolo, il cinema e l’audiovisivo col mondo digitale. Ho ricoperto il ruolo di social media manager per le ultime due edizioni de La Notte della Taranta e ho fatto parte della redazione web del Grande Fratello. Ho collaborato con Proforma, agenzia barese che si occupa anche di comunicazione politica e attualmente, oltre a lavorare per la Fondazione Petruzzelli, mi occupo della strategia digitale del programma FuoriRoma condotto dalla giornalista Concita De Gregorio.
Come nascono e quando i canali social?
La Fondazione Petruzzelli ha una pagina Facebook, un canale Youtube, un account Twitter e da qualche mese è anche su Instagram.
Quanti account social gestite e quale taglio editoriale è stato scelto? Quali sono le differenze tra un social e l’altro?
Insieme alla comunicazione classica e istituzionale come opere in cartellone, iniziative e comunicati ufficiali, abbiamo scelto di raccontare ciò che avviene dietro le quinte per dare luce e visibilità ai tanti professionisti e artigiani che lavorano per rendere unico ogni spettacolo. Stiamo parlando di sarti, manovali, truccatori, parrucchieri e tecnici, oltre che agli orchestrali e agli artisti, persone che con la loro dedizione portano avanti mestieri antichi. Per questo, prima e durante ogni spettacolo, raccontiamo attraverso i social ciò che gli spettatori normalmente non vedono. Lo facciamo attraverso foto e video confezionati appositamente per i nostri account. è un modo per avvicinare sempre di più i baresi allo splendido teatro della loro città.
Che porzione di pubblico riuscite a raggiungere e come avete scelto di gestire l’interazione con le persone?
I post raggiungono dalle mille alle 6 mila persone. L’entusiasmo degli utenti ci ha sorpreso positivamente: la Fondazione Petruzzelli era solita usare i propri canali social in modo molto istituzionale e unidirezionale, abbiamo iniziato a interagire rispondendo ai commenti e ai messaggi, cercando di soddisfare le esigenze pratiche (orari, prezzi dei biglietti, etc.) e le curiosità di chi ci scrive. I video di backstage e le foto dietro le quinte hanno un’ottima risposta in termini di visualizzazioni, condivisioni e interazioni, segno che attorno al teatro c’è tantissima attenzione. Siamo molto soddisfatti
Quali campagne avete fatto sui social?
Abbiamo iniziato da poco a sponsorizzare le opere in cartellone e le iniziative della Fondazione come i Family Concert, spettacoli pensati e realizzati per i più piccoli e le loro famiglie a prezzi popolari: 1 euro per gli under 13 e 5 euro per gli accompagnatori. Siamo molto attenti ai più giovani, “gli spettatori di domani”, come li definisce il nostro Sovrintendente Massimo Biscardi. Il Teatro Petruzzelli non è un luogo precluso a qualcuno ma il teatro di tutti i baresi.
Come procedete alla produzione di contenuti?
Iniziamo con delle campagne teaser, cercando di stuzzicare la curiosità di chi ci segue con foto e brevi video degli allestimenti. Poi pubblichiamo una web card con tutte le informazioni su date, costi e orari, per poi condividere video e foto dello spettacolo. il passaparola è il nostro alleato più importante: l’ultima opera in cartellone, Manon Lescaut, era partita in sordina, ma gli spettatori e la stampa sono stati così entusiasti che la vendita dei biglietti è cresciuta sensibilmente dopo la prima. Che sia in rete o nei bar, il passaparola è ancora lo strumento più importante per chi lavora nello spettacolo. E non solo.
Quali risultati avete raggiunto?
Siamo passati da poco meno di duemila follower a circa 4mila nel giro di sei mesi su Facebook, un risultato importante date le risorse messe in campo. Instagram, nonostante sia partito in sordina, ha avuto una risposta notevole. Ora stiamo lavorando al restyling del sito e a una app interattiva. Non è stato facile districarsi tra le molte pagine fake o gemelle presenti in rete, ma guardiamo il lato positivo: vuol dire che attorno al Teatro Petruzzelli c’è tanta curiosità.
Quali sono i progetti di sviluppo della comunicazione su social e web?
Quella in corso è la prima stagione in cui la Fondazione Petruzzelli investe in maniera sistematica sui social, stiamo facendo dei tentativi per vedere come possiamo venire incontro alle esigenze di chi ci segue. Continueremo a rispondere e a interagire con chi ci segue, puntando a raggiungere sopratutto i ragazzi e i più giovani. Per la prossima stagione torneranno le Lezioni di Storia e i Family Concert, eventi che hanno fatto registrare la fila al botteghino e hanno riempito il teatro. La promozione sui social sarà importante: invitiamo le tante e i tanti che affollano il Petruzzelli a condividere le loro esperienze e le loro emozioni in rete e fuori. Il futuro, per noi, è ancora tutto da scrivere.
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