È terminata il mese scorso la Settimana dell’amministrazione aperta, l’iniziativa promossa dal Dipartimento della funzione pubblica che ha coinvolto numerosi enti e associazioni per parlare di temi quali comunicazione, trasparenza e accessibilità. Una manifestazione – giunta quest’anno alla sua seconda edizione – che si è conclusa in positivo sia per il numero degli interventi che per la qualità degli stessi. Tra questi, anche il corso Open policy: accessibilità e amministrazione digitale organizzato dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Livorno in collaborazione con Adi, Associazione doganale italiana. L’iniziativa, articolata in tre incontri a cadenza settimanale, ha avuto come tema principale quello dell’accesso ai servizi telematici promossi dalle pubbliche amministrazioni.
Parlare di accessibilità digitale significa, non solo comprendere le necessità di chi si rapporta alla Rete mediante le tecnologie assistive, ma anche tenerne di conto nelle modalità di strutturazione dei rapporti comunicativi tra amministrazione e cittadini. Nel nostro Paese, da quasi un quindicennio, esiste una normativa di riferimento in materia di accesso; una disciplina che mette al riparo da possibili discriminazioni e di cui, soprattutto a fronte dell’incremento delle interazioni digitali, è necessario parlare e conoscere.
Il corso di formazione si è rivolto prioritariamente ai membri dell’Unione, ma ha coinvolto numerosi soggetti istituzionali e tutti i cittadini interessati. La formula delle tre lezioni ha guidato passo-passo il cittadino entro i diversi aspetti di cui l’accessibilità si compone: La prima lezione è stata indispensabile per comprendere i principali cambiamenti intercorsi nel sistema amministrativo italiano; da un’amministrazione tradizionalmente chiusa ed autoreferenziale ad una che, invece, tende sempre più ad aprirsi e a coinvolgere la società civile; si pensi al diritto di accesso civico e agli obblighi di trasparenza introdotti dal decreto legislativo numero 33 del 2013. Nel secondo incontro, invece, è stato fatto il punto sulla Legge Stanca che reca le misure necessarie per favorire l’accesso degli utenti disabili agli strumenti informatici della Pa con l’obiettivo di prevenire la costruzione di barriere digitali e dare attuazione ai principi di uguaglianza, non discriminazione e pari opportunità.
Una legge per l’accesso che dispiega tutto il suo potenziale d’azione anche per il tramite di importanti strumenti operativi. Sia il regolamento presidenziale che il decreto ministeriale (aggiornato nel 2013) hanno, infatti, introdotto le specifiche necessarie per compiere le verifiche sull’accesso. Non ultima, la disciplina per il rilascio del logo di accessibilità; una misura garantista di cui, ad oggi, si sono dotate quasi duemila fra pubbliche amministrazioni e aziende private. Una normativa che prende spunto dalle raccomandazione del W3C, il consorzio europeo che nel 1999 ha dettato le prime linee guida in materia di accesso e che, da allora, ha compiuto molti passi avanti; basti pensare al decreto crescita 2.0 con il quale sono stati introdotti importanti cambiamenti al codice dell’amministrazione digitale.
A conclusione degli incontri, infine, si è dato ampio spazio alle funzioni di Agid, l’Agenzia per l’Italia digitale che, dal 2012, è incaricata di traghettare il nostro Paese verso un sistema più digitale e accessibile. Agid ha apportato alcune importanti novità in materia di accesso, tra cui si rilevano gli obiettivi di accessibilità recanti gli interventi necessari per favorire il progressivo adeguamento alla normativa. Dal primo report prodotto dall’Agenzia si rileva che il cammino intrapreso è quello giusto ma anche che occorre lavorare meglio, in specie per quanto riguarda la formazione a carico dei dipendenti pubblici.
Una disciplina in continuo cambiamento, anche alla luce della recente direttiva europea, che chiama a raccolta tutte le Pa imponendo loro la nomina di figure responsabili dell’accesso. Un controllo dall’alto che si unisce ad una maggiore partecipazione dal basso, come si rileva dalla procedura telematica messa a disposizione da Agid tramite cui gli utenti avranno la possibilità di segnalare eventuali problemi di accesso. Sarà poi compito dell’Agenzia, in caso di accoglimento delle istanze, invitare le amministrazioni a mettersi in regola con le disposizioni di legge entro il termine massimo di novanta giorni.
“La partecipazione è stata costante e attiva − dice soddisfatta la presidente dell’Unione provinciale di Livorno, Roberta Foresi −, il tema è stato accolto con favore anche perché è giunto in concomitanza con un corso di informatica organizzato dall’Unione. La nostra sede è, infatti, dotata di Jaws, lo screen reader maggiormente utilizzato dalle persone non vedenti ed era, dunque, assolutamente prioritario avere chiara la normativa in materia di accesso digitale”. “Un tema − conclude la professoressa − che è davvero in grado di fare la differenza, sul quale ci aspettiamo il rispetto e l’impegno da parte di tutti, soggetti istituzionali in primis”.

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