Prima regola per il social media manager che intende utilizzare Snapchat: andare sul posto e raccontare le storie che lo circondano. Seconda regola: entrare in sintonia con il linguaggio dei millennials, i principali utilizzatori (per il momento) di questo social.
Proprio un pubblico di giovanissimi ha fatto sì che tra i primi enti pubblici che sono approdati in questa nuova piazza virtuale ci fossero le università; come quella di Pavia, su Snapchat da qualche mese con l’account unipavia. Delle prime strategie messe in atto dall’Università e del piano editoriale abbiamo parlato con Stefania Muzio, che nell’Ufficio Comunicazione dell’Università di Pavia si occupa proprio di gestire la presenza sul social del fantasmino giallo.
Come è nata la nuova avventura social su SnapChat?
Osservando il successo che questa piattaforma stava riscuotendo soprattutto fra i giovani, all’inizio dell’estate, abbiamo deciso di fare un tentativo. All’inizio ci siamo avvicinati a questo strumento in maniera non ufficiale. Da subito il riscontro è stato però molto positivo, soprattutto quando abbiamo seguito gli eventi dal vivo dell’università come “Porte Aperte all’università”, “Porte Aperte alle imprese”, oppure la “Giornata del laureato”.
In un panorama social completo come quello dell’università di Pavia, che cosa rappresenta SnapChat? Con quale obiettivo è stato aperto?
Lo spirito è quello di poter utilizzare un linguaggio giocoso e vicino a giovanissimi per raccontare la vita universitaria, attrarre l’attenzione dei millennials che si apprestano a scegliere la loro università, ma anche far sentire quelli che si sono già iscritti parte di una community. Oltre a questo lato ludico però anche su Snapchat si fa attività di informazione, ma i toni non sono mai istituzionali come possono essere su altri canali.
Quali sono i risultati ottenuti fino ad oggi a livello di engagement del pubblico?
Stiamo raggiungendo centinaia di visualizzazioni per ogni Snap. Il riscontro è buono sia quando si tratta di contenuti più leggeri e divertenti, ma anche in occasione di eventi più impegnati come nel caso di conferenze legate alla vita accademica e al mondo della ricerca.
Quale tipologia di contenuti è più adatta per Snapchat?
Sicuramente Sanpchat è un social network che spinge a muoversi e andare sul posto per cogliere live i contenuti. Trattandosi di università oltre a seguire gli eventi istituzionali mi trovo spesso a girare per i laboratori e le aule e fare mini-interviste agli studenti e alle persone che frequentano l’università. Ma ogni tanto cerco anche di dare un’idea di quella che può essere la vita universitaria di uno studente di Pavia: immagini della vita notturna e delle opportunità che la città offre, per esempio. Ci sono poi i contest e le iniziative che nascono su altri social e che vengono pubblicizzate anche su Snapchat.
Quale impegno richiede occuparsi di questo social?
All’interno del team di comunicazione io mi dedico a Instagram, Flickr e, appunto, a SnapChat. Spesso sono aiutata anche da studenti che svolgono collaborazioni in università o tirocini. Una persona potrebbe dedicarsi tutto il giorno a SnapChat, tante sono le occasioni per immortalare la vita all’Università. Ovviamente dobbiamo fare i conti con un tempo limitato.
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